mercoledì 13 febbraio 2013




Ah, deviazione del pensiero verso un altarino, quello che viene chiamato “edicola”. Sì ho un vero debole per gli altarini e ci sono ovunque mi capiti di andare da Borgio Verezzi
all’India e ovviamente ce ne sono alcuni anche a casa mia.


L’altarino è un punto sacro, piccolo dove si raccolgono cose speciali per noi; possono essere santi, minuscoli oggetti, piume o ricordi.
Ma ritorniamo a ora e qui, che per Jiddu Krishnamurti, grande filosofo indiano del secolo scorso che ho avuto la fortuna di leggere, ascoltare e anche di incontrare, costituisce la unica, vera meditazione!


Visto che dove abito non è luogo adatto al basilico in generale e tanto meno nel mese di febbraio, non mi resta che concentrarmi su piatti invernali a base di zucca *, di verza* e cioccolata *, create da mio figlio chef per il libro “Superpiccanteo su marmellate di limoni e mele.

Vellutata di zucca 
Ingredienti x quattro: 
1 kg di zucca pulita
35 gr zenzero fresco
2 scalogni
2 patate 
sale, pepe e olio extra vergine di oliva q. b.
peperoncino in polvere q. b.
½ kg di pane casareccio
Dopo aver eliminato buccia e parte interna spugnosa, tagliate la zucca e fate le patate a pezzetti, dopo averle pelate. Unite il tutto agli scalogni che avete affettato sottili e rosolate in una pentola con un filo di olio per qualche minuto. Aggiungete 2 dl di acqua, salate e lasciate cuocere con il coperchio per una ventina di minuti a fuoco lento. Una volta ben cotto il tutto, passatelo con il mixer o mini pimer dopo aver aggiunto pepe, olio e zenzero grattugiato. Se la vellutata risulta troppo densa, basta aggiungere un pochino di acqua. Nel frattempo tagliate il pane a cubetti e fatelo saltare in una padella antiaderente con pochissimo olio, togliete dal fuoco i crostini e spolverateli con un cucchiaino da caffè di peperoncino. 




Pollo al peperoncino con verza e yougurt
Ingredienti x quattro:
4 petti di pollo
3 cipollotti
1 verza
farina q. b.
2 cucchiai di coriandolo in polvere
5 cucchiai di tamari
2 cucchiai di peperoncino in polvere
1 cucchiaio di miele
burro q. b.
sale e olio extra vergine di oliva q. b.
Ingredienti x salsa:
170 gr di yoghurt greco
1 spicchio di aglio
erba cipollina q. b.
Tagliate a listarelle longitudinali la carne, impanatele nella farina e sistematele in una padella dove avete rosolato a fuoco basso il miele con il burro. Fate saltare il pollo a fiamma viva per due minuti e, prima di spegnere, aggiungete i cipollotti tagliati a rondelle, tamari, peperoncino e coriandolo. Nel frattempo sbollentate per due minuti alcune foglie di verza e una volta raffreddate, tagliatele anche loro a listarelle e passatele in padella con olio e sale. A questo punto preparate la salsa sbattendo con una frusta lo yoghurt con l’aglio pressato e l’erba cipollina tagliata finemente. 

Brownies piccanti
Ingredienti:
150 gr di cioccolato fondente
110 gr di burro
70 gr di zucchero a velo vanigliato
80 gr di zucchero
85 gr di farina bianca 00
3 uova
50 gr di noci
sale q. b.
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato e il burro, mescolando di tanto in tanto. In una ciotola mescolate i rossi d’uovo con  zucchero, farina, sale e per ultimo incorporate gli albumi montati a neve. Quando l’impasto risulta ben cremoso, aggiungete il cioccolato sciolto nel burro. Inserite anche le noci spezzettate e il peperonciono e mettete in forno a 180°  in piccoli stampi per 30 minuti circa.




Marmellata di limoni e mele
Ingredienti per 5 o 6 vasetti:
4 mele
3 limoni non trattati
600 gr di zucchero di canna
 ½  stecca di vaniglia
Sbucciate le mele, privatele del torsolo, tagliatele a tocchi e mettetele in una pentola con il fondo spesso insieme alla scorza dei limoni provenienti da agricoltura biologica, solo la parte gialla, tagliata a striscioline sottili, al succo dei limoni e alla vaniglia. Portate lentamente a ebollizione e a questo punto aggiungete lo zucchero e fate bollire per circa 30 minuti a fuoco vivo, mescolando spesso.
Nel frattempo fate bollire i vasetti di vetro, controllando, nel caso non siano nuovi, l’integrità dei tappi, asciugateli, versatevi la marmellata ancora calda e chiudeteli subito. 
Io ho l’abitudine di tenere i barattoli appena chiusi a testa in giù fino a quando si sono completamente raffreddati,  anche se la maggior parte delle ricette consiglia di chiuderli solo quando il contenuto si è raffreddato e di procedere alla sterilizzazione poi, immergendo completamente i vasetti nell’acqua fredda e lasciarli sobbollire per un quarto d’ora. A ognuno la sua via.


“Per vivere meglio-dice André Gorz, filosofo francese del secolo scorso, fondatore dell’ecologia politica- si tratta di produrre e consumare diversamente, di fare meglio e di più con meno, eliminando le fonti di spreco e aumentando la durata dei prodotti.”
A proposito di decrescita, che io sostengo nel modo più assoluto, non solo nella teoria ma sempre più nella mia vita pratica, sono interessanti per approfondire questo argomento: “Breve trattato sulla decrescita serena” di Serge Latouche e “Decrescita felice “ e “Meno e meglio” di Maurizio Pallante  oltre al sito www.decrescitafelice.it .

lunedì 11 febbraio 2013


Sempre a proposito di inverno, ho da qualche giorno portato quassù nello zaino un calicanto invernale  (Calycanthus praecoxche pianterò in primavera;


si tratta di un alberello modesto e senza nulla che colpisca particolarmente per gran parte dell’anno.  Ma, durante l’inverno è il primo a sfoggiare dei fiorellini giallo chiaro con il centro rossastro, dall’inteso profumo, dolcissimo senza uguale. 
Spesso gli anni passati, verso fine gennaio, metà febbraio, ne ho rubato un rametto da piante incontrate per caso in giardini di pianura per poterlo annusare con golosità e ora, visto che si tratta di una specie rustica che dovrebbe resistere ai rigori della montagna, avrò la possibilità di poterlo annusare quando voglio, una vero lusso per l’olfatto, quando l’odore secco della neve regna ovunque….o non proprio, visto che dai camini dei tetti escono giochi di fumo profumato a secondo del tipo di legno che sta bruciando.
Un altro buon odore che mi passa ogni giorno sotto il naso è quello delle stalle, mi ricorda gli inverni passati da bambina in Svizzera dove le stalle sono pulite e soprattutto d’inverno non puzzano hanno un profumo caldo di animali. Si può raccontare veramente la vita attraverso i sensi. Mentre molti come me sono ancora sotto la neve, altri già coltivano il basilico e possono sentirne l’aroma pungente, mentre io uso quello che ho congelato durante l’estate. In un febbraio di tempo fa sono stata con Giandomenico a Borgio Verezzi, un paesino arroccato sulle alture in provincia di Savona, proprio per realizzare un servizio sulla coltivazione e l’utilizzo delle aromatiche. Stradine scoscese,





una piazza semplice ma molto fascinosa con vista mare e una trattoria a conduzione familiare 
Da Casetta“ Tel. 019 610166, chiocciolata da Slow Food dove il basilico la fa da re e la signora Elda da regina. Le mani delle donne in cucina producono con veloce abilità testaroli e trofie, accompagnate dal pesto che viene rigorosamente ridotto a mano nel mortaio in una fragrante crema.  


La cucina ligure è senza dubbio una tra le mie preferite. Le trofie di castagne o i testaroli io li faccio così:

Ingredienti x quattro
150 gr farina integrale di grano tenero 
150 gr farina di castagne 
acqua e sale q.b.
Mescolate bene le farine in un ampia ciotola, aggiungete un pizzico di sale e piano piano l’acqua tiepida. Trasferite su una spianatoia e impastate con le mani, continuando ad aggiungere acqua fino ad ottenere una consistenza morbida ed elastica come quella degli impasti del pane o della pasta, tanto per intendersi. Lasciate riposare e dopo un oretta prelevate dei piccoli tocchi di impasto della dimensione di una nocciola e con le dita ricavate dei vermetti lunghi 4 o 5 cm che arrotolerete intorno a uno stecchino da spiedo infarinato e con una mossa disinvolta o quasi, alla 1300° ce la farete, otterrete la vostra trofia da condire con un pesto profumato. 

Ingredienti x quattro 
150 farina di grano duro
150 farina di farro
acqua e sale q. b.
In una ciotola mescolate bene le due farine, un pizzico di sale e l’acqua necessaria per ottenere un impasto fluido semiliquido come quello per le crepes. Lasciate riposate per almeno una mezz’ora. Riscaldate bene una padella di ghisa, o con un fondo pesante, e versate un mestolo di impasto nella padella calda e unta con un filo di olio, coprite con un coperchio e lasciate sul fuoco un paio di minuti, sorvegliando che non bruci. Mettete da parte questa specie di frittata, che una volta fredda va tagliata a quadrati, e procedete versando un altro mestolo. Quando avete finito, portate a ebollizione una pentola e immergete i testaroli per qualche secondo, scolate con cura e condite con la salsa che preferite, anche se il pesto è raccomandato dalla tradizione.


Esistono diverse varietà di basilico con diverse profumazioni, vengono coltivate nei semenzai e poi nei vasetti sulle fasce liguri.



Le giornate qui sono ancora abbastanza corte da invogliarmi a ricavare da un sottile foglio di zinco una sorta di lanternina a forma di cuore.



E’ semplice basta munirsi di guanti filo di ferro e forbici adatte…
Presto sarà San Valentino, una festa che risale al Medioevo durante la quale gli innamorati si scambiavano le cosidette valentine, ovvero messaggi, cartoline o bigliettini con poesie, cuori e ricami sdolcinati. 
Di recente questa ricorrenza sentimentale è stata trasformata in una apoteosi kitsch in stile usa e getta, un ennesimo pretesto per il consumismo e sarà davvero dura farle riacquistare quel semplice tono romantico un po’ retrò. 
A proposito di romanticherie, ma non esistono quasi più i negozietti come questo di Salina?!


Questi luoghi andrebbero protetti come “specie in via di estinzione”, anzi andrebbero sponsorizzati perchè continuino a rappresentare un’alternativa concreta ai centri commerciali e ai grandi magazzini che imperano oramai ovunque.